MILANO VISTA DAGLI STUDENTI (2) INTERVISTA AD ELIA MONTANI (UNIMI)

Seconda puntata dell’inchiesta MILANO VISTA DAGLI STUDENTI curata da Andrea Ninzoli. Di seguito l’intervista ad Elia Montani, rappresentante al Senato Accademico dell’Università degli Studi di Milano.

Seconda puntata dell’inchiesta MILANO VISTA DAGLI STUDENTI curata da Andrea Ninzoli. Di seguito l’intervista ad Elia Montani, rappresentante al Senato Accademico dell’Università degli Studi di Milano.

“Vivere appieno in un contesto universitario florido può beneficiare lo studente fuorisede incrementando il suo livello di autonomia e perfezionandone la capacità di gestire meglio gli aspetti della vita quotidiana

Elia ormai da diversi anni sei il rappresentante al Senato Accademico dell’università più numerosa di Milano, che responsabilità vi portate dietro tu e la tua lista?

Ciao Andrea, io sono rappresentante in Senato Accademico dal 4 dicembre 2022 e quindi anche presidente della Conferenza degli Studenti ovvero del generale organo di rappresentanza dell’intero corpo studentesco dell’Ateneo. Come ben puoi comprendere, tanta è la responsabilità che discende dall’incarico, motivo per cui sia io sia la squadra di eletti ai vari organi collegiali appartenenti alla stessa lista elettorale, con determinazione ci mettiamo al servizio della comunità studentesca per “fare rappresentanza”. Essere rappresentanti significa in primis dare degna voce al generale sentimento del corpo studenti affinché questa sia sinergicamente interconnessa all’Istituzione universitaria, la quale si articola attraverso organi collegiali quali il Senato accademico, il Consiglio di amministrazione e le varie commissioni interne. Mi spiego meglio. In quanto rappresentanti siamo coinvolti in tutti gli iter decisionali che determinano la gestione ed amministrazione dell’università e perciò dobbiamo sempre saper lasciarci guidare dall’attuale e precisa volontà degli studenti che rappresentiamo, ma non solo: siamo noi stessi gli intermediari che collegano realtà extra-universitarie con lo stesso corpo studenti ed il rapporto che abbiamo con la stampa ed i giornali lo dimostrano quotidianamente.

È insomma in questa duplice funzionalità del ruolo che si manifesta la nostra responsabilità perciò la chiave di volta, per ben ricoprirlo, sta nell’essere al contempo punto di riferimento sia per gli studenti sia per gli organi istituzionali.

In Italia il 62% degli studenti vive coi genitori, quasi il doppio dei cugini transalpini 34% e contro il 21% tedesco, la problematica è dovuta anche al costo dei posti letto. Credi che ciò possa determinare una minore emancipazione ed una maggior difficoltà ad uscire dalla propria area di comfort?

Andando oltre al solo dato numerico, è indubbio che questo attesti una grande, direi preoccupante, difficoltà del giovane italiano medio ad emanciparsi ed affermarsi. Il non allontanare il caldo nido familiare per raggiungere città universitarie ha un alto costo-opportunità da pagare; difatti, lo studente rischia di non vivere appieno l’unicità dell’esperienza universitaria, che per sua definizione è invece l’occasione attraverso cui può iniziare a determinare se stesso oltreché la propria identità. Rimanendo nel piccolo mi basta pensare a quanto residenze, appartamenti con coinquilini, campus universitari etc.. aiutino sotto tale punto di vista, creando contesti universitari autentici e stimolanti. Vivere appieno in un contesto universitario florido può beneficiare lo studente fuorisede sotto un duplice aspetto: mentre da un lato ciò incrementa il suo livello di autonomia, perfezionandone la capacità di gestire aspetti della vita quotidiana quali faccende domestiche, spostamenti, etc.. dall’altro, complice anche la rete di networking che lo studente ha modo di costruirsi, esperienze, hobby, abilità, e perché no, passioni nuove, possono venire scoperte, coltivate e perfezionate.

Ecco perché ritengo imparagonabile il livello di crescita che l’esperienza universitaria apporti alla vita degli studenti.

A Milano una stanza può arrivare a costare più di 700 euro e comunque non meno di 400; questo crea un’inevitabile discriminazione economica, il tema non è più università privata o pubblica ma è dove alloggiare. Quanto può incidere il costo dell’alloggio per lo studente nella scelta universitaria?

Il costo degli alloggi per gli studenti influenza già nella scelta universitaria e credo che in futuro inciderà sempre di più, dettato dal fatto che da due anni il costo stia effettivamente aumentando sempre fino a raggiungere cifre sempre più insostenibili. Essendo il costo degli alloggi da se un fattore che molto influenza gli studenti nella scelta del percorso universitario, credo che tale incidenza risulti sempre più manifesta ed allarmante, considerato il crescente rincaro degli affitti. A ciò vada aggiunto che in questo particolare periodo storico, le famiglie devono fare i conti pure con una gravosa crisi economica che si manifesta in un alto tasso d’inflazione giacché colpisce indistintamente tutti i consumi. Si arriva così dunque all’assurdo paradosso in cui nel scegliere in quale università immatricolare i propri figli, le famiglie sono più influenzate del prezzo medio degli affitti piuttosto che dalle offerte formative specifiche che un ateneo offre a differenza di un altro: le inclinazioni personali del figlio, le passioni, le attitudini corrono il rischio di essere sacrificate dall’incombenza del caro-affitti. Risulta palese quanto necessarie siano manovre in merito da parte del Governo: stimolare il riconoscimento di borse di studio, la fissazione di prezzi d’affitto calmierati garantirebbero quindi che il diritto allo studio degli studenti sia garantito e pienamente tutelato da transitorie condizioni del mercato immobiliare.

Cosa consiglieresti al comune di Milano per venir incontro agli studenti degli atenei milanesi?

Premessa fondamentale per rispondere a tale domanda è che, pur essendo Milano la città maggiormente afflitta dal caro-affitti, la problematica non risparmia altre città italiane, rendendo questa una tematica di interesse nazionale; perciò è essenziale che un buon clima di collaborazione fra le varie istituzioni pubbliche fronteggi il problema, affinché soluzioni sia di beve sia di lungo termine vengano adottate. A tal proposito, posso citare quali esemplificativi provvedimenti di lungo periodo già avviati il censimento degli immobili sfitti, utile poiché consentirà, una volta ristrutturati tali edifici, che nuovi posti letto siano messi a disposizione degli studenti. Perché tale iniziativa possa riscuotere concreto successo, ruolo fondamentale avrà la specifica normativa sui contratti di locazione per studenti che, date le circostanze, potrebbe dover subire opportune modifiche.

Altra soluzione di lungo periodo, degna di nota, è quella delle c.d Social Housing giacché consentono non solo a studenti ma anche a nuclei familiari monoreddito, non destinatari di altre misure assistenziali quali l’assegnazione di residenze popolari, di far fronte all’alto prezzo dei canoni d’affitto. Per quanto riguarda soluzioni più immediate, un’ipotetica soluzione potrebbe essere il potenziamento di misure già esistenti come il rimborso Irpef del canone di locazione: ad oggi pari al 19% del canone stesso, fino ad un ammontare massimo di 2633€. Dal momento che tale ultima soglia non si allinea con l’attuale rincaro nei prezzi d’affitto, sarebbe d’uopo innalzarla ad 4800€ annui, considerando quale prezzo medio d’affitto, aggiornato, 400€ mensili.

Altre misure da prendere in considerazione potrebbero essere l’assegnazione, in proporzione al reddito, di doti d’affitto ovvero la fissazione di canoni concordati ovvero ancora l’implementazione delle detrazioni fiscali già riconosciute.

Lezione che possiamo apprendere dal momento di crisi attuale è impegnarci affinché aumenti, in ogni città universitaria, il numero di residenze disponibili, riservando, alla loro costruzione, specifici progetti ogniqualvolta venga approvata l’implementazione degli spazi urbani. Così facendo, si rafforzerebbero i centri universitari, essendo sempre più capaci di soddisfare le esigenze di dinamicità, efficienza e progresso degli studenti.

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