L’OPINIONE: IL PIANO MATTEI E MILANO, QUELL’OPPORTUNITÀ DI TORNARE ESPRESSIONE DI SPERANZA

Riceviamo e Pubblichiamo l’intervento di LUCA PALMEGIANI, Responsabile Studenti per la Libertà di Milano, in merito al “Piano Mattei”: grazie anche e soprattutto al lavoro del ministro degli Esteri Antonio Tajani e ai rapporti intrapresi con i vari stati nordafricani, il Decreto si inserisce nella “più ampia strategia italiana di tutela e promozione della sicurezza nazionale in tutte le sue dimensioni, inclusa quella economica, energetica, climatica, alimentare e del contrasto ai flussi migratori irregolari.
Luca Palmegiani, Responsabile Studenti per la Libertà Milano

Riceviamo e Pubblichiamo l’intervento di LUCA PALMEGIANI, Responsabile Studenti per la Libertà di Milano, in merito al “Piano Mattei”.

“È il 1952, in Italia si cerca con forza e tenacia di rialzare la testa dopo i durissimi anni della guerra, il bel paese corre sempre più veloce verso quello che verrà definito un vero e proprio miracolo italiano.

In quell’anno, nella periferia sud-est di una Milano finalmente risorta dalle macerie dei bombardamenti, sta prendendo vita il sogno di un incredibile visionario, Enrico Mattei.

Dalle risaie e marcite della bassa milanese nasce Metanopoli, una vera e propria città-quartiere (che per sviluppo e articolazione sembra essere precursore di quella “città nella città” di nome Milano Due che un giovane Silvio Berlusconi costruirà negli anni 70’).

Un enorme area dedicata interamente agli operai dell’ENI, che ambisce a diventare la città ideale dei suoi lavoratori “come Ivrea per l’Olivetti” dirà lo stesso presidente dell’azienda.

Milano, culla dell’innovazione e simbolo dell’Italia che rinasce, diventa la “casa” della principale azienda italiana che si occupa di gas, la SNAM.

Il sogno di un’Italia grande, forte e competitiva con le altre potenze europee passa anche e soprattutto da lì, da quell’avveniristica idea di una nuova città del metano di cui Mattei stesso arrivò a dire: “Metanopoli è molto più di un quartiere. Per noi è l’espressione di una speranza”.

Il nome di Enrico Mattei è tornato con forza nelle pagine della cronaca quotidiana, non tanto per un chiarire i dubbi riguardo il misterioso incidente che gli costò la vita nel 1962, ma bensì per l’ambizioso e importante piano redatto dal Governo Meloni che prende appunto il nome di “Piano Mattei”.

L’obiettivo di questo decreto legge, formato da sette articoli, è quello di rafforzare la posizione italiana nel mediterraneo alternando una serie di iniziative “pubbliche e private, anche finanziate o garantite dallo Stato, rivolte ai Paesi del Continente africano” grazie anche e soprattutto al lavoro del ministro degli Esteri Antonio Tajani e ai rapporti intrapresi con i vari stati nordafricani, inserendosi quindi nella “più ampia strategia italiana di tutela e promozione della sicurezza nazionale in tutte le sue dimensioni, inclusa quella economica, energetica, climatica, alimentare e del contrasto ai flussi migratori irregolari”.

Tra i paesi più stimolati da questo accordo vi è soprattutto l’Algeria, proprio per il ricordo del ruolo di Mattei, dell’Eni e dell’Italia stessa svolto nella guerra civile algerina che portò all’indipendenza dalla Francia, paese che è divenuto principale esportatore di gas verso il bel paese dopo lo stop al gas russo in virtù delle sanzioni attuate all’indomani dell’invasione dell’Ucraina.

L’Italia che punta a “vivere di rendita geografica”, posizionata in mezzo al mediterraneo e quindi ponte tra Europa e Africa, ambisce a divenire snodo chiave per il gas che dal sud arriva nel vecchio continente.

Il piano Mattei, dunque, riprende il concetto dell’ex presidente Eni di favorire lo sviluppo industriale e sociale dell’Africa, garantendo al contempo sicurezza energetica dell’Italia.

La società del gruppo ENI che si occupa della gestione del gas è proprio quella SNAM che negli anni 50’, presso Metanopoli (oggi quartiere di San Donato), è nata e si è sempre più espansa ma dal quale sembra voler andar via. Per andare dove? Non troppo lontano in realtà, avvicinandosi semplicemente al cuore del capoluogo meneghino e iniziando la costruzione di un’imponente e innovativa struttura presso il quartiere Vigentino e che ospiterà oltre mille impiegati.

Un edificio con una superficie di 19.000 mq, un progetto di rigenerazione urbana innovativo e sostenibile a emissioni zero e alimentato interamente da energie rinnovabili. All’esterno, sarà realizzato inoltre un parco di oltre 8.500 mq aperto anche ai cittadini con attività didattiche all’aperto ed eventi.

Le palazzine di San Donato, che furono innovative negli anni 50, continueranno comunque a vivere: lì dentro resta il «governo» della distribuzione del metano.

Da Milano, quindi, partirà ancora una volta quel sogno tutto italiano di raggiungere l’indipendenza energetica e di influenzare sempre di più tutti quei paesi africani e medio-orientali che si affacciano sul mediterraneo attraverso la cooperazione e il beneficio reciproco.

Se il “corpo” del Piano Mattei è dunque l’intero stivale, la “testa” non poteva che essere quella città che agli inizi degli anni Cinquanta vedeva crescere vicino a sé l’espressione più significativa della grande speranza e ambizione italiana”.

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