L’OPINIONE: “LA VITA DEI GIOVANI DI CENTRODESTRA NELLA MILANO DI OGGI”

Riceviamo & Pubblichiamo: l’opinione di Riccardo Varini, studente di giurisprudenza presso l’Università degli Studi di Milano, liberale di centrodestra e membro della lista universitaria Studenti Per Le Libertà; oggi vi racconto la mia esperienza da studente e cittadino.

Ciao a tutti, sono Riccardo Varini, studente di giurisprudenza presso l’Università degli Studi di Milano, liberale di centrodestra e membro della lista universitaria Studenti Per Le Libertà; oggi vi racconto la mia esperienza da studente e cittadino.

“Milano è sempre stata una città dinamica, veloce e poliedrica, all’insegna del multiculturalismo e delle diversità: pregi di una grande metropoli come la nostra; tuttavia, ci sono degli ambienti in cui l’egemonia politica rossa è radicata a tal punto che, come sempre, uscire dagli schemi annunciando il proprio dissenso è diventata ormai un’impresa impossibile. Ne sono un esempio certe università o alcuni “salottini” del centro città in cui basta andare contro corrente per essere etichettati quali fascisti incalliti o intolleranti di prim’ordine, quando in vero si è semplicemente liberali.

È sufficiente pensare all’attualissima – e delicatissima – questione della guerra tra il legittimo Stato d’Israele e i terroristi di Hamas (tutt’altro che legittimi); perché porto alla luce un simile tema? perché a buona parte della popolazione studentesca di una nota università milanese risulta strano essere schierati in difesa di un Paese che è stato invaso! «Il solito pensiero di destra che non guarda alla storia» queste le parole che mi sono sentito dire. Ora, io non so che storia conoscano questi signori, però a me i fatti paiono abbastanza lineari: abbiamo un gruppo di matti criminali che attacca uno Stato e che stermina dei miei coetanei che si stavano divertendo, ballando spensierati, soltanto perché israeliani. Banalizzazione degli eventi a parte, la storia che conosco mi riporta a tragici eventi antisemiti di nemmeno cento anni fa, una ferita ancora aperta nella memoria di chi quei soprusi li ha subiti semplicemente perché era nato sotto la Stella di David. Un atteggiamento inaccettabile universalmente: basti pensare che la nostra Costituzione, i Trattati internazionali quali la CEDU e quelli Unionali quali la Carta dei Diritti Fondamentali dell’Unione Europea (CDFUE) e il Trattato UE prevedono che queste condotte siano sanzionate all’interno dello Stato: ecco il limite posto dal legislatore (italiano ed europeo) alla “libertà di opinione” che non deve danneggiare l’altrui esistenza. Eppure nella mia Milano esistono queste “bolle” in cui la realtà sembra andare a rovescio: così come per il conflitto russo-ucraino la colpa era della NATO, qui la colpa è di Israele perché «in passato si era espanso violando i diritti delle popolazioni palestinesi». Ecco il modus operandi delle nuove generazioni red: trovare l’alleato di quelle che loro definiscono “le destre”, attaccarlo e irrogare una pena (sostituendosi alle Corti Penali Internazionali) che sia esemplare… insomma dei giudici giustizieri pronti a punire chiunque sia dissenziente.

Il lettore capirà bene che in un contesto del genere chi ha un’opinione anche leggermente diversa ha paura ad esporsi, a far valere il suo credo e le sue idee; solo che i conti non tornano: è spontaneo chiedersi come si verifichi la tutela delle minoranze (garantita costituzionalmente) quando questi soggetti, paladini del diritto a manifestare la propria opinione solo quando fa loro comodo, siano i primi a censurare attraverso politiche di terrore le altrui idee. Berlusconi in uno dei suoi famosi discorsi disse ai suoi uditori di ascoltarlo per cogliere la differenza tra “noi e loro”; ed effettivamente la lungimiranza del Presidente rimane senza eguali: venerdì 21 ottobre scorso (ultimo giorno prima del silenzio elettorale per le elezioni suppletive di Monza) presso l’Università degli Studi di Milano è stato invitato a parlare di fine vita – tematica affascinantissima – Marco Cappato, che, guarda caso, era il candidato del centrosinistra proprio per quelle suppletive: ebbene NESSUN giovane di centrodestra si è messo a fare cortei o a manifestare per l’intervento di questo signore; per contro invece l’anno scorso, successivamente all’insediamento del governo Meloni, quando il giornalista Daniele Capezzone (che può stare certamente poco simpatico agli elettori del centrosinistra) era stato invitato a parlare alla Università Sapienza di Roma, un gruppo di riottosi ha ingaggiato uno scontro con la polizia perché voleva appendere uno striscione antifascista… evidentemente Capezzone, che con la sua storia in comune con il fascismo non ha proprio niente, rappresenta una seria minaccia al sistema democratico.

Al lettore le riflessioni in merito; io penso che la differenza tra “noi e loro” ci sia: gli ultimi vogliono che vengano loro riconosciuti diritti anche quando prevaricano gli altri; noi invece vogliamo che in parallelo al rispetto dei diritti si adempia ai doveri”.

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