PNRR LOMBARDIA, IL CONSIGLIO REGIONALE APPROVA LA RISOLUZIONE DELLA COMMISSIONE SPECIALE

Il documento predisposto dalla Commissione speciale presieduta da Giulio Gallera (FI) è stato approvato a larghissima maggioranza con 63 voti favorevoli su 66 votanti.

Giulio Gallera: “Un maggiore protagonismo delle Regioni per garantire la piena attuazione dei progetti finanziati con il PNRR”

“L’attuazione del PNRR in Lombardia procede in modo spedito. Nel documento approvato a larghissima maggioranza dall’Aula abbiamo individuato alcune proposte per vincere pienamente la sfida. Chiediamo un maggior coinvolgimento della Regione nella rimodulazione dei progetti, più flessibilità e la possibilità di utilizzare sui progetti PNRR anche gli importi non spesi dei fondi di coesione”.

Giulio Gallera (FI) spiega così il senso della Risoluzione “PNRR, proposte e contributi per vincere completamente questa sfida”, documento predisposto dalla Commissione speciale da lui presieduta e approvato ieri con 63 voti favorevoli su 66 votanti.
La Commissione ha monitorato fin dallo scorso aprile lo stato di avanzamento dei progetti PNRR per ciascuna delle sei Missioni previste (Digitalizzazione e competitività; Transizione ecologica; Infrastrutture e Mobilità; Istruzione e Ricerca; Inclusione e Coesione; Salute). A tal fine sono stati ascoltati ben 56 soggetti nel corso di 18 sedute tra cui enti e istituzioni, stakeholder, rappresentanti del tessuto produttivo lombardo, forze sindacali ed esponenti del Governo.

Alla Lombardia sono stati destinati 14,4 miliardi di euro integrati da circa 721 milioni di euro del Piano nazionale per gli investimenti complementari. Complessivamente si tratta di 15,2 miliardi per 22.899 progetti gestiti da Enti locali e Regione. Di questi, 1.222 sono direttamente gestiti da Regione Lombardia, per un valore di 2,9 miliardi. La maggior parte degli 853 progetti di competenza regionale riguardano la Missione Salute per un valore di 1,8 miliardi. Seguono 129 progetti sulla Missione 2 (ambiente e transizione ecologica) per un valore di 600 milioni. 300 milioni sono andati a 7 progetti sulla Missione 5 (Coesione e inclusione). 100 milioni per la digitalizzazione (Missione 1) per 232 progetti e infine 50 milioni per un progetto di mobilità sostenibile (Missione 3).

La Risoluzione approvata indica una serie di impegni per la Giunta regionale, che sarà tenuta a intervenire presso tutte le sedi istituzionali statali ed europee a sostegno di alcune precise istanze. In primo luogo si chiede al Governo un coinvolgimento maggiore delle Regioni, che nella rimodulazione del PNRR devono diventare protagoniste e devono avere potere decisionale per quanto riguarda le scelte che interessano il loro territorio. Occorre inoltre che i fondi di coesione comunitari, segnatamente quelli non utilizzati della programmazione 2014-2020, possano andare a sommarsi alle risorse del Next Generation EU. Così come, in nome della flessibilità, eventuali risorse resesi disponibili dovranno poter essere indirizzate su progetti di Comuni, Province e Città metropolitana finora non finanziati.

Sono note inoltre le difficoltà incontrate dai Comuni, specialmente quelli piccoli, nella gestione delle procedure di realizzazione degli interventi a causa della carenza di personale. Più fondi dovranno quindi essere previsti da parte dello Stato per l’assunzione di personale tecnico (ingegneri e architetti) e personale amministrativo da parte di Comuni e Province. Per assicurare un puntuale e costante monitoraggio del processo di attuazione del PNRR è previsto da parte della Giunta un aggiornamento con cadenza semestrale alla Commissione. Il documento chiede infine che siano garantite dallo Stato agli Enti locali le risorse in spesa corrente per il funzionamento di progetti e strutture anche oltre il 2026 quando si concluderà la fase attuativa. Il riferimento è in particolare alle case di comunità, agli asili nido, alle altre strutture realizzate ma anche a servizi come l’assistenza domiciliare ai disabili e il sostegno a persone fragili e anziani. Si chiede infine di realizzare, in collaborazione con le associazioni di categoria dei vari settori produttivi, un prezziario dinamico che tenga conto dell’andamento dei prezzi di mercato sui singoli territori anche al fine di evitare aumenti ingiustificati del costo delle merci.

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